MACROFOTOGRAFIA
con COMPATTA e obiettivo 50mm ROVESCIATO
- componenti
utilizzati per la 'macro dei poveri' -
1) Obiettivo Yashica DSB
50mm 1:1.9. E'un obiettivo non eccezionale e sufficientemente
luminoso. Va usato a tutta apertura e, preferibilmente, con fuoco
all'infinito. Il diametro anteriore è da 52mm.
2) Anello di inversione da
52mm: presenta una doppia filettatura per giungere l'elemento
(3) all'elemento (1). E' in metallo, la marca è 'Nisha',
prodotto in India. Per il ruolo di questo oggetto ritengo che
non convenga spendere molto per marche migliori.
3) Adattatore portafiltri/aggiuntivi
per Canon G3/G5/G6, da 52mm. L'originale Canon ha diametro 58mm.
Questa versione è realizzata in India ed è marchiata
'Sonia'. Il materiale è plastico con filettatura in metallo:
conviene fare attenzione nell'avvitare perché potrebbe
rovinarsi.
4) Prolunga per il flash interno
della Canon G5. Appurato che il lampo del flash sbatte sulla superficie
del blocco (1-2-3) raggiungendo in minima parte il soggetto, si
e' reso necessario trovare un modo per illuminare la scena di
quel tanto che basta per risultati accettabili. Questo prototipo
è in semplice cartone ed assolve sufficientemente al suo
dovere. E' composto da un cilindro ricavato da un tubo di Pringles.
Alle due estremità sono inseriti due tappi, forati al centro,
con fori di diametri differenti. Il tappo posteriore ha un foro
adatto a far passare la parte posteriore dell'elemento (3) in
modo da creare interferenza con la zona tronco-conica dello stesso.
Questo tappo è fisso. All'estremità anteriore, il
tappo e' rimuovibile (per permettere l'inserimento di (3)) ed
ha un foro piu' grande, che consente la fuoriuscita dell'elemento
(2) una volta avvitato su (3). Attaccato al cilindro, vi è
una struttura composta da due tubi di cartone coassiali. All'estremità
posteriore, il tubo ha una copertura morbida ottenuta da nastro
isolante nero ripiegato su sè stesso, per aderire al flash
interno della Canon G5. All'altra estremità, il secondo
tubo può scorrere di alcuni centimetri in avanti e ruotare
su se stesso, in modo da consentire di scegliere in che modo poter
illuminare il soggetto (comunque sempre da sinistra a destra).
Una piccola cupola costituita da cartone con il lato interno argentato
(tratto dal tubo Pringles) serve a concentrare il lampo. Ci sono
delle dispersioni di luce nelle giunzioni e conto di sostituire
il tutto con tubi di plastica bianchi, magari rivesiti da alluminio
all'interno, convogliando, magari, il lampo verso una struttura
anulare per evitare le ombre. I tubi in cartone provengono da
rotoli di pellicola trasparente o alluminio per la casa. L'ideale
sarebbe un flash anulare o comunque un flash esterno (la G5 ha
la slitta), ma questa e' la 'macro dei poveri' ed un flash mi
sarebbe costato troppo.
5) Gli elementi (4), (3) e
(2) connessi tra loro.
6) Il blocco (4-3-2-1) completo,
pronto per essere innestato sul corpo macchina.
(7) (8) Viste della fotocamera
con il sistema macro innestato (foto scattate con una webcam).
Questa è una interpretazione
casalinga del sistema a obiettivo rovesciato su una Canon G5,
con elementi già in possesso o di scarso valore economico
da acquisire. E' tutto migliorabile ed applicabile, reperendo
gli opportuni adattatori, ad altre fotocamere.
Le fotografie della galleria
'La
vita invisibile' sono state ottenute con questo sistema.
Ulteriori notizie sulla tecnica
utilizzata, all'articolo 'Macrofotografia
con compatta e obiettivo 50mm rovesciato'.
Xive
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